Le donne del jazz italiano a NY

Torna per la terza volta, dal primo al tre febbraio, “Italian Women in Jazz” il festival creato da Enzo Capua tutto dedicato alle donne jazz d’Italia e d’America.

Per l’occasione, il Festival si fa in tre: tre sono le serate e tre sono le proposte di grande livello da Maria Pia De Vito a Roberta Gambarini, alla Big O Orchestra.

“Come sempre la selezione è stata fatta in base al valore artistico delle jazziste e alla possibilità di gradimento da parte del pubblico di New York, che come si sa è molto esigente soprattutto in un club così importante come il Blue Note – dice Enzo Capua, presentando il Festival – Mi piaceva il raffronto fra due grandi cantanti italiane: una – la De Vito – che è a mio parere la migliore in assoluto che abbiamo nel nostro paese da vari anni; l’altra – la Gambarini – che ha avuto la sua consacrazione da star proprio qui in America recentemente e si è imposta come una delle grandi interpreti del jazz di oggi. La Big O Orchestra, poi, è un po’ il cuore del Festival perchè racchiude in sé il significato di questa manifestazione: creare un ponte fra Italia e America sulla base della creatività femminile, che non ha proprio nulla da invidiare a quella maschile, anzi… vedrete come suonano queste straordinarie ragazze!”

Le tre serate non sono l’unica novità. Da quest’anno, infatti, si cambia luogo, non più lo spazio immenso del Simpony Space, bensì il raccolto e famosissimo Blue Note, dove già tanti italiani sono passati e probabilmente passeranno. Chiediamo a Capua come mai c’è una così alta concentrazioni di musicisti italiani a New York, in un momento in cui il jazz è molto popolare in Italia.

“Gli Italiani vengono qui perchè questa è la patria del jazz. È nato qui, e poi a New York è come l’hot dog: lo si annusa e lo si trova dappertutto. È vero che il jazz in Italia sta attraversando una stagione straordinaria – la definirei la “golden age” del jazz italiano – ma è pur vero che i nostri musicisti trovano in questa città la possibilità di raffrontarsi con altri jazzisti americani, e quindi di crescere artisticamente ampliando i loro orizzonti culturali.”

Parlando dunque di artiste, Maria Pia De Vito, in scena il primo febbraio, inizia la sua carriera nel 1976 come cantante e musicista in gruppi di ricerca devoti alla musica etnica e non solo. Da allora la sua carriera include i maggiori nomi della musica. Vi basti sapere che nel 2001 i giornalisti più importanti di jazz degli Stati Uniti la nominarono “Beyond Artist” al 49mo Down Beat Critics Poll insieme a Caetano Veloso, Joni Mitchell, Cesaria Evora, Olu Dara, Carlos Santana, Uri Caine e Marisa Monte. La sua voce è davvero speciale, non solo per la bellezza, la pienezza e la gamma di toni, ma anche e soprattutto per la capacità di interpretazione davvero mediterranea.

La De Vito si presenta con il suo quartetto composto da Edward Simon al piano, Scott Colley al basso e Clarence Penn alla batteria. Se non potrete vederla il primo febbraio al Blue Note, sappiate che è stato appena pubblicato in America il suo cd “So Right”, dedicato alla musica di Joni Mitchell.

Roberta Gambarini, di scena il due febbraio, ve l’abbiamo presentata proprio un anno fa, in occasione del suo concerto al Blue Note e della sua nomina ai Grammys come miglior rivelazione dell’anno. È di Torino, vive a New York da anni ed è considerata una degli astri nascenti (o sarebbe meglio dire già nati) delle voci jazz di questo paese. Infatti, proprio la rivista DownBeat l’ha proclamata la stella nascente numero uno fra le vocaliste jazz in America. La Gambarini verrà accompagnata da Gerald Clayton al piano, Willie Jones The 3rd alla batteria e da Ada Rovatti, altra italiana residente a New York, ospite speciale della serata, al sassofono.

Infine, la BIG O Orchestra, il 3 febbraio. Nata per la seconda edizione del Festival, La Big O Orchestra è composta da musiciste di nazionalità italiana e americana e rappresenta, come detto da Capua precedentemente, il Festival stesso, in quanto è l’unione delle due culture in un unico ensamble. Da qui l’idea di chiamarla Big O, per sottolineare l’importanza di una Orchestra che ha bisogno di una grande maiuscola per essere bene rappresentata.

Le donne della Big O sono: Ada Rovatti, Laura Dreyer, Sharel Cassity, Lauren Sevian a sassofono, clarinetto e flauti, Pamela Fleming, Laura Kahle alle trombe, Deborah Weisz, Reut Regev ai tromboni, Amanda Monaco alla chitarra, Daniela Schaechter al piano, Noriko Ueda al basso e Sylvia Cuenca alla batteria. Tutte guidate dall’unico uomo, il Maestro Tommaso Vittorini, arrangiatore e direttore della Big O Orchestra.

“Con questa splendida Big Band vorrei arrivare in…Italia! – ci dice Capua -Vorrei che questo ponte immaginifico fosse compiuto anche dall’altra parte. Naturalmente desidererei che l’orchestra suonasse anche in altre città americane. Speriamo di poter fare un disco: al momento non ci sono proposte, ma chissà. Vedremo dopo la serata al Blue Note.”

Per ascoltare questo mare di musica italiana al femminile, basta contattare il Blue Note (131 W 3rd Street) al 212-475 8592 o visitare il sito www.bluenotejazz.com. I set sono alle 8 e alle 10:30 pm. Italian Women in Jazz è presentato non solo da Enzo Capua, ma anche dall’Istituto Italiano di Cultura con la partecipazione della Regione Sardegna, Alitalia, e l’Ente Turismo Italiano.